Ai confini del Polo: 80 Km nella terra degli orsi bianchi. Viaggio in una una terra dove le montagne emergono dal blu intenso del mare, come gli enormi iceberg che navigano verso sud. Di Luigi Trippa.
"Cosa porti nel tuo grande sacco, viaggiatore… le tue paure?" Improvvisamente, piccole macchie bianche compaiono riflesse sul plexiglas. L’aereo, che poco prima sorvolava una enorme e opaca tavola blu, si avvicina ad una zona piatta, frastagliata all’orizzonte, brillante. Prima credo sia un riflesso del sole, poi penso a nuvole polari. Effetti particolari di una terra che sento lontana, troppo lontana dai posti che finora ho visitato. Ma è la terra!
Sono le Isole Svalbard. Bianche, brillanti. Una terra dove le montagne emergono dal mare blu intenso e opaco, costellato di piccole macchie azzurrine, che si fondono con le increspature delle onde e del vento gelido. Sono enormi iceberg che navigano verso sud.
Gli iceberg si staccano dal pack, che ora posso distinguere più chiaramente.
Il mare ghiacciato circonda le montagne, confonde la terra dal mare. Forse non so neanche io dove siano la terra ed il mare, ma poco importa per noi che siamo qui per navigare con gli sci e le slitte su un mare di neve, e scendere dai fianchi delle montagne come su un’enorme onda oceanica immobile.
Immaginatevi come doveva essere il gruppo del Monte Rosa quando la calotta polare arrivava al Lago di Garda… Pensate di fare scialpinismo in quelle valli sotto al Monte Rosa. I fianchi delle montagne sarebbero più dolci, il ghiaccio riempirebbe gli attuali colli quasi per intero, e le montagne avrebbero una forma tale da apparire una serie di cloni. Quelle più basse, interamente coperte dal ghiaccio, sarebbero enormi dossi bianchi, quelle più alte piccole piramidi perfette emergenti da una sconfinata distesa di ghiaccio ondulata come un lenzuolo.
E’ iniziata la nostra avventura ai confini del Polo Nord. 80 km, con sci e slitte, nella terra degli orsi bianchi.
DIARIO DI VIAGGIO
10 Maggio 2002. Ci facciamo portare nei pressi della Gruve 7 (uscita Nr°7 di una delle tante miniere della zona) a circa 300 mt. slm.
Dopo neanche un’ora di cammino non sembra di poter ritornare indietro in breve, siamo stati proiettati in una zona migliaia di km lontano da casa, dalla civiltà e non sarà facile passare il primo step.
Il primo step è l’impossibilità di chiamare soccorsi, risolvere un incontro con un orso, capire dove vanno a finire tutte queste valli che partono e finiscono dappertutto, decine di montagne a perdita d’occhio ci disorientano, una certezza è la luce, che ci accompagnerà sempre.
L’altra cosa certa è che faremo un percorso ad anello, quindi scenderemo da una valle diversa da quella che ora stiamo salendo. Ma poi
Come saranno le cime al di là?
11 Maggio. Seguiamo la valle che sale dolcemente verso un colle appena accennato, la nostra montagna, il Gilsonryggen (960 mt.) è di poco sulla destra, una cresta ondulata porta fin sulla vetta ed un pendio alla sua destra è una discesa invitante.
Salendo d’improvviso ci raggiunge un vento teso e gelido. Ci fermiamo per coprirci e togliere gli sci dai piedi, poi in breve siamo sulla vetta. Dalla parte opposta un lembo di pianura, il Colesdalen, finisce direttamente nell’oceano blu scuro. La pianura è il pack, il mare ghiacciato.
Sulla destra si alzano ancora montagne, e piccole sottili tracce indicano il passaggio di qualcuno, ma sono cosi’ lontane da non lasciarci intuire chi le ha lasciate… degli sci?
Dopo poco scendiamo per il pendio che all’inizio è molto ripido, poi si appoggia e la sciata è a dir poco entusiasmante, traversiamo poi verso l’altra cima a fianco, il Foxtoppen (905 mt.) e ancora salita. Tanto il giorno finisce quando saremo stanchi.
Passiamo al campo un’altra notte, siamo un po’ tesi, forse consapevoli che la giornata sucessiva ci riserverà qualche sorpresa.
12 Maggio. Al mattino scendiamo nella valle Rieperbreen, che avevamo studiato dalla vetta del Foxtoppen il giorno precedente, con una piccola incognita pero’: dalla carta non è possibile capire se troveremo terreno difficile che ci obbligherà ad un percorso tortuoso e dalla cima l’ultima parte della valle era nascosta da un costone roccioso.
La valle, infatti, scende larga e tranquilla per qualche chilometro, poi però si stringe e sembra finire contro una morena o su una zona che porta ad un salto ripido. L’unica via d’uscita sembra essere un lago appena a monte. Ma, "Il lago, dove andrà a sfociare?". Scendiamo cauti. Il lago è interamente ghiacciato. Lo attraverso, senza slitta, con gli sci per scaricare meglio il peso. In pochi minuti sono sull’altra riva, e trovo un passaggio tra le morene. Così entriamo nella lunghissima e piatta valle che porta verso Longy. Stanchissimi arriviamo sulla statale che porta alle miniere. Attendiamo che passi qualcuno. Dopo un paio d’ore siamo nella nostra guesthouse. Il primo step è andato.
13 Maggio. Carichiamo il materiale sulle motoslitte e attraversiamo un lembo di mare ghiacciato. Tra gli sguardi tranquilli delle foche che sbucano dai fori della crosta ghiacciata.
Siamo una squadra di una dozzina di motoslitte, ogni mezzo trasporta un pilota, un passeggero. Ci accompagnano fino all’immenso ghiacciaio Lomonosov-Fonna. Quando ci lasciano è ormai sera tardi, siamo circa a 1050 mt. sul livello del mare, l’aria è molto secca ed il termometro segna -18 °C.
Domani continueremo per raggiungere il Newtontoppen (1717 mt.) la cima più elevata dell’arcipelago delle Svalbard.
14 Maggio. Siamo colpiti dalle improvvise correnti d’aria che giungono dal Polo e fanno precipitare la temperatura di 15-20 °C in pochi minuti. Cosa può accadere se si alza il vento?
Costeggiamo un enorme seracco sospeso sulla parete est del Saturnfjellet (1380 mt.). E’ un seracco spropositato per una montagna così piccola
Ma qui siamo ai limiti dell’Artico! Arriviamo così sotto ad un piccolo colle tra il Tethysfjellet (1380 mt.) ed il Titanfjellet (1270 mt.). La discesa è divertente, e lo sarebbe ancora di più senza le slitte. Ma il nostro è un "viaggio" per andare da un posto ad un altro: lo sci è il mezzo di trasporto. Proseguiamo ancora per qualche ora all’interno del Keplerbreen sotto un sole accecante e stupendo. Siamo circondati da montagne dolci ed enormi, ora picchi triangolari perfetti come una piramide egizia. Quante discese! Il GPS dice che abbiamo percorso 13 km., ma sono quasi 6 ore che attraversiamo valli, passi e plateau. Arriviamo nel Kvitbreen, dove abbiamo stabilito di fare il campo per la "notte".
Il cielo sopra di noi è bellissimo, lunghi cirri bianchi si perdono all’infinito verso sud, a nord invece il blu è perfetto, opaco, tranne qualche riflesso dorato di tanto in tanto attorno al sole.
Gli sci per il "recinto" stridono penetrando nella neve. La temperatura sfiora i -30°C. Sopra di noi il Wainfletefjellet (1465 mt.) è pero’ molto invitante, il suo pendio nord arriva proprio davanti alle nostre tende, e non sappiamo rinunciare alla prima discesa del tour, ci prepariamo veloci e dopo aver aggirato la montagna verso sud raggiungiamo la vetta verso le 21.
15 Maggio. Partiamo per il Newtontoppen (1717 mt.). Una lunga traversata in piano in direzione nord-est, porta ad un colle tra la vetta di tutto l’arcipelago e la cima est del Didierfjellet (1455 mt.). Il colle immette in una valle immensa, il Chydeniusbreen, che scende ad Est nel Vaigatt-bogen, un lembo del mare che separa l’isola principale dall’arcipelago minore delle Vaigatt Oyane.
Percorriamo la valle in direzione est, passando proprio sotto la parete nord del Newtontoppen, costituita da pendii ripidi, salti rocciosi e pilastri che ricordano i satelliti del Mont Blanc du Tacul.
Il percorso è molto lungo e quasi pianeggiante, fino ai pendii che salgono nel lato orientale della montagna che dividono questa dal Makarovtoppen (1540 mt.).
Lasciata la cima di Makarov sulla nostra sinistra saliamo, ora su terreno ghiacciato ora su neve polverosa, in direzione della cima dedicata a Newton.
Oltrepassata la quota di 1500 mt. lo spettacolo è mozzafiato.
Una sterminata distesa di picchi e valli coperte di ghiaccio si allontana da noi in ogni direzione. Il freddo si fa pungente ed il vento forte ci costringe ad usare la maschera…
Il colore dell’aria, gli indumenti che indossiamo e la fatica a sopportare l’aria gelida fanno apparire tutto come se fossimo ad 8000m, su qualche montagna himalayana…
Alle 15.45 siamo sulla cima della montagna più alta delle Svalbard, l’arcipelago più a nord del nostro emisfero a due passi dalla calotta polare.
Scendiamo dal pendio Sud-ovest, un lenzuolo regolare di circa 600 mt. di dislivello che arriva fino a valle. Oggi abbiamo percorso circa 20 km. e salito 800 mt. di dislivello.
16 Maggio. Saliamo al Trebrepasset, un vasto colle tra il Venusfjellet (1560 mt.) ad ovest e la cima Ovest del Didierfjellet (1395 mt.) ad est. Iniziamo una leggera discesa nel Veteranenbreen, una lingua glaciale che sfocia a nord nel Lomfjorden, grande insenatura del Hinlopenstretet, il lembo di mare che separa l’isola Spitsbergen dalla Nordaustlandet.
Scendiamo per diverse ore, più a ovest. Il nostro obiettivo è salire almeno una delle montagne dell’Atomfjella, dalla carta il Perriertoppen (1710 mt.), seconda vetta dell’arcipelago, ed il Celestfjellet (1675 mt.) sembrano due montagne veramente fantastiche. Alle 19.30 decidiamo di fermarci, siamo all’imbocco del Manebreen, una lingua glaciale che sale verso ovest fino al Plutonfjellet (1460 mt.), velocemente costruiamo il campo, ogniuno ha un suo ruolo, sono soddisfatto.
La temperatura si alza decisamente. Qualche fiocco di neve annuncia un cambiamento del tempo.
17 Maggio. Il tempo è pessimo, siamo completamente avvolti dalle nuvole, l’aria è umida e nevica. Nel pomeriggio sfiniti dal rimanere in tenda compiamo una piccola perlustrazione in direzione dell’ Irvinefjellet (1565 mt.) una bella ed impegnativa cima nei pressi del Gallerbreen, il ghiacciaio per entrare nell’Atomfjella.
La nostra iniziativa pero’ si arena ad un centinaio di metri dalla cima, la scarsa visibilità e la neve abbondante nel canale che stiamo salendo non ci consentono di avere il margine di sicurezza necessario, dopo qualche ora rientriamo al campo.
18 Maggio. Tempo pessimo, tutto il giorno. Mangiamo, dormiamo, passiamo da una tenda all’altra per scambiare due chiacchere, il nostro tour sta assumendo caratteristiche patagoniche.
19 Maggio. La luce fuori è cambiata. L’aria è più secca ed è costellata da una miriade di minuscole pagliuzze di ghiaccio che ne conferiscono un curioso aspetto di festa. Tutt’intorno i colori sono ovattati, arancioni ed azzurrini, dietro le nostre tende una cima avvolta nelle nuvole sta per liberarsi. La sua vetta esce da dietro alla spalla come l’Everest dietro al Lhotse. Urlo forte agli altri: è ora di fare una gita! Saliamo veloci con gli sci ai piedi il pendio che porta ad una spalla di questa cima… di cui non conosco il nome. In poco tempo siamo tutti sulla cima. Una discesa sulla neve migliore che esista, su un pendio costante e perfetto ci fa urlare di gioia. Ad ogni curva una piccola onda di neve prima arancione poi bluastra segue gli sci, come fosse l’ombra della luce che cambia ogni minuto al passare delle nuvole, e quando il sole emerge dalla foschia migliaia di cristalli colorano l’aria.
Rientrati al campo rimaniamo a lungo fuori tra le tende a guardare quanto è bello questo posto. Diamo un’occhiata alla carta: abbiamo salito il Neptunfjellet (1590 mt.). Ed ora, che il tempo migliora, siamo tranquilli. Domani notte parte il nostro aereo, e con ogni probabilità riusciremo ad arrivare a Longy in tempo… Ci aspetta la discesa più bella, di notte. Quella luce, quei colori… E’ l’ultimo, bellissimo ricordo delle Svalbard.
GITE SCIALPINISMO SVALBARD
ZONA ADVENTDALEN
Si raggiunge utilizzando il taxi fino alla Gruve 7 (miniera) distante pochi km. da Longyearbyen.
Gilsonryggen (960 mt.)
Attraverso il Foxfonna, da circa 400 mt. di quota nei pressi della Gruve 7, ci si porta alla base della cresta nord della montagna seguendo una spalla denominata Breinosa (725 mt.).
Si sale la facile cresta di circa 300 mt. di dislivello che, con qualche passaggio roccioso, porta alla vetta.
La discesa si svolge nel pendio N/O, breve ma abbastanza ripido all’inizio, poi si segue il Rieperbreen che scende in direzione Ovest fino al Bolterdalen che porta nuovamente ai piedi della Gruve 7, nei pressi della statale.
Lungh. 15 km. dall’uscita 7 della miniera, disl. 550 mt. circa, diff. BSA, occorre normale dotazione scialpinistica con ramponi e piccozza.
Tempo dalla Gruve 7: 8/10 ore.
Foxtoppen (905 mt.)
Come il precedente itinerario si raggiunge la spalla Breinosa (725 mt.) e da li’ si segue la leggera depressione che porta ai piedi del colle tra il Gilsonryggen (960 mt.) ed il Foxtoppen (905 mt.).
Si sale brevemente al colle e si segue la cresta S/E di 200 mt. di disl. che porta in vetta.
La discesa si svolge nel pendio N/E, di 400 mt. di disl., con buona pendenza costante fino ad incontrare il Rieperbreen, si segue poi l’itinerario precedente.
Lungh. 17 km. dall’uscita 7 della miniera, disl. 500 mt. circa, diff. BSA, occorre normale dotazione scialpinistica con ramponi e piccozza.
Tempo dalla Gruve 7: 8/10 ore.
ZONA NEWTONTOPPEN
E’ raggiungibile esclusivamente con l’aiuto di mezzi motorizzati e dista circa 150 km. da Longyearbyen.
Wainfletefjellet (1465 mt.)
Dal campo sul ghiacciaio si sale facilmente sci ai piedi il lato sud della montagna, circa 200 mt. di disl., la discesa si svolge sul pendio Nord di 300 mt. di disl. molto ripido all’inizio. diff. BSA, occorre normale dotazione scialpinistica con ramponi e piccozza.
Tempo da campo: 3 ore tot.
Newtontoppen (1717 mt.)
Dal campo sul ghiacciaio si attraversa in direzione nord-est fino al colle tra il Newtontoppen (1717 mt.) ed il Didierfjellet (1455 mt.).
Dal colle si segue la base della parete Nord del Newtontoppen, fino ad aggirare tutta la montagna, raggiungendo l’ampia sella che separa questa dal Makarovtoppen (1540 mt.).
Si prosegue lungo il pendio N-N/E che porta facilmente in vetta.
La discesa si svolge sul pendio S/O, di 550 mt. di disl. abbastanza ripido all’inizio. diff. BSA, occorre normale dotazione scialpinistica con ramponi e piccozza.
Tempo da campo: 8 ore tot.
Lungh. 20 km. disl. 800 mt. circa dal campo.
Neptunfjellet (1590 mt.)
Dal campo sul ghiacciaio si sale il pendio Nord sci ai piedi, disl. 350 mt.
La discesa si svolge sul pendio Est, di 400 mt. di disl. con pendenza moderata. diff. MS, occorre normale dotazione scialpinistica.
Tempo da campo: 3 ore tot.
SCHEDA LOGISTICA
TRASPORTI
Diverse compagnie effettuano voli per le Svalbard; via Amsterdam-Oslo-Longyearbyen (KLM + Braathens) oppure via Francoforte-Oslo-Longyearbyen (Lufthansa + Braathens) o Copenhagen-Oslo-Longyearbyen (SAS + Braathens), ed il costo medio (2002) è circa 750,00 Euro da Milano.
In Norvegia ed alle Svalbard qualsiasi tipo di trasporto è piuttosto caro, da/per l’aeroporto di Oslo un pullman costa l’equivalente di 130,00 Euro, un taxi 85,00 Euro, per circa 60 km. di viaggio, un biglietto autobus ad Oslo costa l’equivalente di 3,50 Euro.
All’aeroporto di Oslo il deposito bagagli costa circa 50 centesimi di Euro (per kg.).
Giunti a Longyearbyen il taxi bus che porta in città costa circa 20,00 Euro.
– Taxi Longyearbyen tel. (+47) 79 02 13 05
ALBERGHI e GUESTHOUSE
Se pernottate ad Oslo calcolate di non spendere meno di 140,00 Euro per una notte per persona in albergo di alta categoria, circa 100,00 Euro per una notte per persona in albergo di media categoria, gli ostelli della gioventù costano circa 40,00 Euro per una notte per persona, ma sono molto più lontani e quindi si spende di più di taxi o bus.
A Longyearbyen sono simili ad Oslo le spese per i pernottamenti in albergo, sono ottime e decisamente più economiche le guesthouse il cui prezzo medio è di 85,00 Euro per una notte per persona con colazione ed uso cucina, si puo’ risparmiare un po’ se usate il vostro sacco a pelo, ma le camere sono molto riscaldate e se avete con voi un sacco molto caldo (se avete organizzato una escursione in tenda è d’obbligo) risulta difficile usarlo in stanza.
– Radisson SAS Polar Hotel (+47) 79 02 34 50 E-mail: [email protected]
– 102 Hotel (+47) 79 02 56 60 E-mail: [email protected]
– Marry-Ann’s Polar Rigg tel. (+47) 79 02 37 02 E-mail: [email protected]
RISTORANTI e SUPERMERCATI
A Longyearbyen andare a risorante è d’obbligo almeno una volta, la spesa media per una buona cena è di 70,00 Euro. Se rimanete 3/4 giorni a Longy calcolate di spendere circa 80,00 Euro a testa per fare la spesa.
– Ristorante Huset tel. (+47) 79 02 25 00 E-mail: [email protected]
– Ristorante Kroa tel. (+47) 79 02 35 86 E-mail: [email protected]
– Kapp-linnè tel. (+47) 79 02 56 01 E-mail: [email protected]
PERMESSI
Qualsiasi escursione si voglia organizzare è necessario avere il permesso rilasciato dalle autorità le quali richiedono una assicurazione speciale con prezzo fisso equivalente a 420,00 Euro per una copertura assicurativa in caso di recupero con elicottero.
– Sysselmannen Governor of Svalbard N-9171 Longyearbyen Norway tel. (+47) 79 02 43 00
– Internet: www.sysselmannen.svalbard.no
CARTE GEOGRAFICHE
Il Norsk Polarinstitutt con sede ad Oslo, Tromso e Longyearbyen si occupa della cartografia delle Svalbard e di tutte le regioni artiche.
Per pianificare un viaggio alle Svalbard occorre la carta generale scala 1:1.000.000 (reperibile facilmente anche in Italia) ed uno o più fogli 1:250.000 che dividono l’arcipelago in tre zone: foglio 1 zona sud, foglio 2 zona nord-occidentale, foglio 3 zona nord-orientale, non reperibili in Italia.
Ognuno di questi tre fogli costa l’equivalente di 20,00 Euro.
Per avere un’idea più precisa del percorso sono necessarie le carte 1:100.000 che hanno come riferimento una lettera (A,B,C,D…) ed un numero (1,2,3…), queste carte sono di difficile reperibilità, anche a Longyearbyen spesso si trovano in vendita solo le fotocopie.
Ogniuna di queste carte costa l’equivalente di 8,00 Euro.
– Norsk Polarinstitutt Oslo Middelthuns gt. 29 P.O. Box 5072 Majorstua N-0301 tel. (+47) 22 95 95 00
NOLEGGIO ARMI E BECON
In tutto l’arcipelago delle Svalbard è possibile, con frequenza maggiore vicino alle coste, incontrare gli orsi polari. Per questo motivo le autorità obbligano gli escursionisti al noleggio di armi, recinzioni con petardi e segnalatore BeCon per soccorso con elicottero.
Le spese per tutto l’equipaggiamento non superano l’equivalente di 15,00 Euro per giornata.
– Svalbard Artic Sport Longyearbyen tel. (+47) 79 02 32 90
– Sportscenteret Longyearbyen tel. (+47) 79 02 15 35
TRASPORTI IN MOTOSLITTA e NOLEGGIO PULKA
Se si vuole organizzare un’escursione in una zona lontana da Longy è necessario servirsi di un trasporto in motoslitta, sono numerose le agenzie che effettuano questo tipo di servizio il cui costo dipende dall’itinerario richiesto, dal numero di persone viaggianti e dai km. effettuati.
Se si vogliono effettuare traversate autogestite è necessario noleggiare una pulka per ogni persona, la spesa per una settimana è equivalente a 180,00 Euro.
– Stefano Poli tel. (+47) 79 02 17 05 cell. (+47) 91 38 34 67 E-mail: [email protected]
– Svalbard Snowscooterutleie AS Longyearbyen tel. (+47) 79 02 16 60
Email: [email protected]
– Ingenior Paulsen tel. (+47) 79 02 32 02
E-mail: [email protected]
– Svalbard Scooter Rental tel. (+47) 79 02 16 66
– Spitsbergen Safari cell. (+47) 90 53 55 51
– Svalbard Wildlife Service tel. (+47) 79 02 56 60 cell. (+47) 90 03 03 21
Click Here: Real bape hoodie